Il marchio Labolsina nasce da un’intuizione di Margherita Vaghi, la fondatrice, nel riciclare stoffe pregiate usate precedentemente per arredare hotel di lusso.
La sua passione nel realizzare prodotti di qualità è stata trasferita con amore nelle borse eco-chic, completamente sostenibili e artigianali. Labolsina propone infatti pezzi unici, originali e alla moda.
Ma viaggiamo insieme alla scoperta di come è nata questa idea innovativa, che ci ha colpito fin da subito.
Possiamo iniziare con una breve descrizione della vostra società?
Labolsina è stata fondata nel 2010.
E’ un brand di borse, ma non solo, la cui idea principale si basa sul recupero di tessuti una volta destinati ad arredare hotel di lusso.
Tessuti che si sono accumulati in più di 40 anni durante l’attività di famiglia che ha lavorato nel Contract alberghiero ad alti livelli.
Qual è il suo ruolo all’interno dell’azienda?
Sono la creatrice del progetto. Labolsina è come se fosse la mia creatura, un modo per esprimere quella che sono, la mia creatività, il mio mondo fatto di tanti colori e di patterns.
Quali sono le sue mansioni?
Mi occupo del design, seguo la produzione e ricerco sempre nuovi spunti di marketing.
Che percorso di carriere l’ha portata a raggiungere questa posizione?
Ho studiato come art director, lavorato in agenzie di pubblicità, abbracciato anche il mondo dei tessuti attraverso l’attività di famiglia. Questo percorso mi ha portato poi a definire una mia idea di lavoro che potesse includere creatività, progettazione e tessuti.
Com’è nata la società?
La società Labolsina nasce solo qualche anno fa, prima il brand era sotto il cappello madre della società di famiglia. Poi ho sentito il bisogno di darle un’identità propria, svincolata da tutto.
Quali sono i vostri prodotti/servizi di punta?
Sicuramente la borsa “lamonedera double”, una borsa facile e divertente in cui creata dall’accoppiamento di 2 bustine staccabili: una pelle e l’altra in tessuto. Sono prevalentemente dei pezzi unici perché i tessuti utilizzati arrivano da piccoli ritagli di tessuti messi da parte in tutti questi anni.
Un altro modello iconico e riconoscibile è “labaulè rombi large”, il rombo grigio nero ha definito sin dall’inizio l’anima del mio brand. Le prime borse erano confezionate con il tessuto originale degli anni 80 ritrovato in magazzino. Ho subito voluto accoppiare a questo tessuto una zip rossa che giocasse un contrasto importante. Dopo questi anni di sperimentazione credo che questa borsa sia quella che rispecchi di più il brand.
Cosa vi distingue dalla concorrenza?
Sicuramente la varietà di tessuti e il disegno del rombo che vuole diventare elemento di riconoscibilità della marca. In questo senso faccio realizzare dei pannelli sul disegno del rombo in cui unisco 2 o 3 tessuti che vengono tagliati al laser e poi accoppiati con un processo di alta frequenza. Il risultato è un nuovo tessuto unico ed irripetibile.
Chi è il vostro cliente tipo?
Sono donne a cui piace l’unicità ma anche il rispetto di una produzione consapevole, ridotta a pochi pezzi in cui c’è una attenzione per ogni singolo dettaglio. Donne che amano l’artigianalità, i colori e i patterns.
Quali sono i progetti futuri per la vostra azienda?
Ampliare la produzione da accessori a complementi di arredo e vestiti.
Come vede il vostro mercato nei prossimi 5 anni?
Mi piacerebbe che Labolsina fosse riconosciuta come brand che ha sempre rispettato i consumi e lo spreco.
Si recuperano tessuti per dargli una vita nuova, attraverso processi di trasformazione.
In questo senso vorrei che il mercato desse molta più importanza alla qualità dei progetti, alle idee, alla creatività permettendo anche ai brand piccoli come il mio di essere più visibili.
Come state affrontando il tema della digitalizzazione?
Credo nel digitale e nelle sue potenzialità, come la possibilità attraverso l’ecommerce di raggiungere un target di persone specifico in tutto il mondo. Da qualche mese ho deciso d’investire mensilmente nell’agenzia Viva Digital per poter migliorare la SEO.